
Con l’approvazione in prima lettura al Senato del disegno di legge recante “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale”, l’Italia muove un passo decisivo verso un ecosistema normativo capace di governare le sfide (e le opportunità) dell’IA. In armonia con il Regolamento (EU) 1689/2024, meglio noto come AI Act, la nuova legge quadro intende promuovere un uso etico, responsabile, e strategico dell’intelligenza artificiale nel nostro Paese, salvaguardando il ruolo centrale dell’uomo e dei suoi diritti fondamentali, tra cui la riservatezza dei dati personali.
In particolare, il testo di legge, approvato il 20 marzo 2025, si articola in tre capi principali: principi e finalità, disposizione di settore e strategia nazionale e autorità di vigilanza.
Un mercato “IA-oriented”: obiettivi e visione
Tra le novità introdotte il disegno di legge fissa i principi generali per lo sviluppo e l’uso dell’AI: trasparenza, sicurezza, non discriminazione, sorveglianza umana, proporzionalità e accessibilità. Un’impostazione antropocentrica, che pone al centro i diritti fondamentali, la dignità della persona e l’autonomia decisionale dell’essere umano.
In secondo luogo viene definita una strategia chiara: creare un mercato equo e competitivo per l’IA, sostenendo la ricerca, la formazione e lo sviluppo di tecnologie affidabili e trasparenti. Il governo viene delegato a favorire l’adozione dell’IA nei settori produttivi strategici (sanità, lavoro, PA e giustizia), facilitando l’accesso delle imprese a dati di qualità, indirizzando l’e-procurement e privilegiando forniture di IA che garantiscono la localizzazione e l’elaborazione dei dati critici presso data center sul territorio nazionale.
Impatto sul lavoro e sulle imprese
La legge apre la strada alla revisione organica delle norme in materia di diritto del lavoro, in particolare:
- aggiornamento della contrattazione collettiva;
- tutele nel rapporto di lavoro mediato da IA;
- adeguamento dell’organizzazione aziendale.
Nasce inoltre l’Osservatorio sull’IA nel lavoro, con compiti di monitoraggio e promozione della formazione.
Si prevede anche la creazione di nuove figure chiave all’interno delle imprese, come:
- il responsabile della supervisione umana;
- il responsabile dell’ufficio IA.
PA, giustizia e procedimenti automatizzati
Il provvedimento prevede che le pubbliche amministrazioni adottino l’IA per migliorare l’efficienza dei servizi, ma sempre nel rispetto dell’autonomia e del potere decisionale dell’individuo. L’uso degli algoritmi dovrà essere trasparente, con la possibilità per i cittadini di essere informati sul loro funzionamento e sull’utilizzo che ne viene fatto. Le PA dovranno garantire la tracciabilità delle decisioni prese tramite IA, evitando il rischio di discriminazioni o decisioni non giustificate.
Nell’ambito della giustizia è prevista la sperimentazione e l’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale negli uffici giudiziari ordinari, ma viene esclusa qualsiasi possibilità di fare ricorso all’intelligenza artificiale nelle decisioni che riguardano l’interpretazione e l’applicazione della legge. Nei processi decisionali, L’AI non potrà sostituire il magistrato, ma solo supportarlo. Inoltre, il Governo dovrà disporre una regolamentazione dell’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nelle indagini preliminari.
IA e diritto d’autore
In linea con il dibattito europeo, la legge chiarisce che:
- le opere create da IA sono tutelate solo se riconducibili a un apporto umano;
- è consentita l’estrazione e la riproduzione di dati da banche accessibili, solo per finalità di ricerca e se non espressamente riservate.
Reati e responsabilità
Sul fronte penale, si prevede l’introduzione di nuove fattispecie di reato:
- il reato di diffusione illecita di contenuti IA;
- circostanze aggravanti per aggiotaggio e manipolazione di mercato tramite IA;
- estensione del reato di plagio a opere realizzate o alterate con l’IA.
Sono previste deleghe per disciplinare la responsabilità civile e penale da IA, anche in raccordo con la direttiva europea sui danni da prodotti difettosi (UE 2024/2853).
Sicurezza e Affidabilità dell’AI in ambito sanitario
In ambito sanitario l’utilizzo di algoritmi intelligenti dovrà contribuire al miglioramento del sistema sanitario, alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle malattie, nel rispetto dei diritti, delle libertà e degli interessi della persona, anche in materia di protezione dei dati personali. Qualsiasi sistema di IA impiegato in ambito sanitario deve essere affidabile, verificato periodicamente e aggiornato per garantire la sicurezza del paziente. Come per la giustizia, ogni decisione finale dovrà rimanere nelle mani dei professionisti del settore, che continueranno a essere i soli responsabili delle scelte sanitarie.
Ricerca, innovazione e diritti
Una novità significativa riguarda l’articolo 8 del disegno di legge, che stabilisce principi fondamentali per l’uso etico dei dati, degli algoritmi e dei modelli di IA in ambito di ricerca. L’obiettivo è favorire un ambiente di innovazione responsabile, in cui le istituzioni accademiche e gli enti di ricerca possano sviluppare tecnologie nel rispetto dei diritti fondamentali e della protezione dei dati.
Investimenti in AI
Per incentivare l’innovazione nell’ambito delle imprese, il provvedimento sblocca investimenti fino a un miliardo di euro nel capitale di rischio di imprese che operano nei settori dell’intelligenza artificiale, della cybersicurezza e delle tecnologie abilitanti, compresi il quantum computing, il 5G e le sue evoluzioni, e il Web 3. Questi investimenti saranno effettuati attraverso il Fondo di sostegno al venture capital.
Governance
Infine, in materia di autorità di controllo, saranno designate quali autorità nazionali per l’intelligenza artificiale:
- l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che acquisirà il ruolo di autorità di notifica, con funzioni di accreditamento dei soggetti che valutano la conformità dei sistemi;
- l’Agenzia per a cybersicurezza nazionale (ACN), che sarà autorità responsabile della vigilanza, con propri poteri sanzionatori, oltre che pilota dell’uso dell’AI per la cybersicurezza;
Il Garante per la protezione dei dati personali resta titolare delle competenze previste dall’AI Act (art. 74, par. 8), ma con un ruolo meno operativo nella legge nazionale.
Riflessioni finali: tra innovazione e diritti.
Questa legge quadro rappresenta un passo strategico per il nostro Paese, ma anche una sfida culturale e giuridica. È il momento per imprese, professionisti e pubbliche amministrazioni di investire nella alfabetizzazione digitale, nella responsabilità etica e nella costruzione di un ecosistema dove l’intelligenza artificiale sia davvero al servizio delle persone. Il testo ora è all’esame della Camera dei Deputati per l’approvazione.